Artrodesi: procedura e riabilitazione

L’artrodesi è l’operazione chirurgica di fusione degli elementi ossei di un’articolazione del corpo umano che da mobile diventa semimobile o rigida, alla quale si ricorre quando si presenta un serio danno articolare e i trattamenti conservativi per alleviare il dolore sono inefficaci.
Breve cenno sulle articolazioni
Le articolazioni, circa 360, sono strutture anatomiche, che mettono in reciproco contatto due o più ossa, in modo tale che lo scheletro possa adempiere alla sua funzione di sostegno, mobilità e protezione. Si suddividono in: articolazioni fibrose, prive di mobilità, come il cranio; articolazioni cartilaginee, con scarsa mobilità, legate dalla cartilagine come le vertebre della colonna vertebrale; articolazioni sinoviali, caratterizzate da grande mobilità come le articolazioni della spalla, del ginocchio o della caviglia.
L’artrodesi può interessare diverse articolazioni del corpo, in particolar modo caviglia, polso e intervertebrali. Più raramente, si effettua sulle articolazioni delle mani, dei piedi
Quando è necessaria l’artrodesi?
I medici prendono in considera l’artrodesi come trattamento chirurgico quando è presente un grave danno osteo-articolare per cui le terapie conservative non sono sufficienti. L’obiettivo dell’intervento è ridurre la sintomatologia dolora, eliminando l’articolazione dolente.
Le condizioni che richiedono tale tipologia di intervento possono essere di varia natura: forme gravi di artrite, come artrosi o artrite reumatoide; fratture osteo-articolari; deformità osteo-articolari, quali artrite reumatoide o diabete che, se in fase acuta, non permettono al soggetto di camminare a causa del dolore provocato.
Procedura
Prima di procedere con l’intervento di artrodesi, il paziente deve sottoporsi ad una serie di esami e controlli medici, a fronte di un colloquio col chirurgo che svolge l’operazione in cui espone le caratteristiche e le implicazioni dell’intervento. Solitamente, gli esami pre-operatori consistono in: analisi del sangue, analisi delle urine, analisi dei parametri vitali, elettrocardiogramma e radiografia dell’articolazione che dovrebbe essere oggetto d’intervento.
L’operazione di artrodesi può essere svolta secondo due modalità differenti: tramite un intervento “a cielo aperto”, dove si procede con un’incisione di diversi centimetri nell’area anatomica in cui risiede l’articolazione d’interesse, oppure tramite un intervento di artroscopia, una procedura meno invasiva, che permette ai chirurghi di accedere a un’articolazione, mediante incisioni decisamente più piccole di quelle praticate in occasione degli interventi di chirurgia tradizionale “a cielo aperto”. In entrambi i casi, poco prima che abbia inizio la procedura vera e propria, è indispensabile sottoporre il paziente all’anestesia generale.
A prescindere dalla modalità d’intervento adottata, la fusione chirurgica di un’articolazione può avvenire mediante l’applicazione di viti, perni, impianti metallici, i cosiddetti fili di Kirschner e trapianti di tessuto osseo.
Recupero e riabilitazione
La fase di recupero e riabilitazione a seguito di un intervento di artrodesi dipende dall’articolazione in oggetto e dalle modalità dell’operazione. In generale, per recuperare completamente sono necessarie diverse settimane, durante le quali il paziente dovrà sottoporsi a radiografie periodiche per monitorare l’articolazione operata.
Al termine di un intervento di artrodesi, l’articolazione operata presenta una mobilità notevolmente ridotta, rispetto a prima dell’operazione e rispetto a quando l’articolazione era sana.
Lo studio specialistico DS Cares, offre ai pazienti la possibilità di seguire un percorso di riabilitazione con esercizi di fisioterapia mirati al recupero della mobilità dell’articolazione sottoposta all’intervento.
Lo studio, oltre a proporre esercizi di fisioterapia post artrodesi, si occupa anche di: laser terapia, tecarterapia, ultrasuonoterapia, terapie strumentali che grazie a calore, luce, elettricità onde elettromagnetiche e ultrasuoni aiutano a curare la patologia laddove le terapia manuali non fosse sufficienti.