Frattura del piatto tibiale: caratteristiche, sintomi e trattamento

I soggetti di sesso maschile sono quelli maggiormente colpiti da frattura del piatto tibiale. Prima di formulare la diagnosi, è necessario che il fisioterapista analizzi il caso ed individui la presenza di altre condizioni che potrebbero condividere con la frattura del piatto tibiale alcuni segni e sintomi. A seconda della tipologia di frattura del piatto tibiale, esiste un trattamento specifico: nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico è inevitabile ma, alcune volte, è sufficiente un trattamento di tipo conservativo.

Frattura del piatto tibiale: caratteristiche, sintomi e trattamento

Febbraio 26, 2021 0
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La frattura del piatto tibiale colpisce il ginocchio ed è tra le fratture intra-articolari più comuni ma anche tra le più complesse. Tali fratture, generalmente, si presentano accompagnate da altre lesioni come, ad esempio, quelle ai legamenti del ginocchio, lesione del tendine rotuleo o del muscolo quadricipite e lesione al menisco.

Epidemiologia

I soggetti di sesso maschile sono quelli maggiormente colpiti da questa frattura. Ci sono i soggetti di età inferiore ai 50 anni che subiscono una simile lesione a seguito di traumi ad alta energia e, poi, ci sono gli anziani, con età superiore ai 70 anni che riportano una frattura causata da traumi anche di bassa energia.

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Nel primo caso, la frattura del piatto tibiale può essere ricondotta ad un incidente in auto o in moto o durante un’attività sportiva ed interessa, principalmente, il sesso maschile. Nel secondo caso, invece, ad essere colpite dalla lesione sono soggetti di sesso femminile, per la loro fragilità osseo dovuta all’osteoporosi sempre più prevalente in tarda età.

Mentre nei pazienti più giovani il trauma è solitamente di forte entità, nei soggetti più anziani si può verificare anche a causa di un trauma minore, come ad esempio una caduta da posizione eretta.

Caratteristiche e sintomi della frattura del piatto tibiale

La frattura può coinvolgere il piatto tibiale nella sua zona laterale, nella zona mediale o in entrambe. Le varie tipologie sono descritte dalla classificazione Schatzker e sono così suddivise:

  • Tipo I: frattura del piatto tibiale laterale senza depressione
  • Tipo II: frattura del piatto tibiale latrale con depressione
  • Tipo II: frattura da compressione del piatto tibiale laterale o centrale
  • Tipi IV: frattura del piatto tibiale mediale
  • Tipo V: frattura del piatto tibiale bicondilare
  • Tipo VI: frattura del piatto tibiale con discontinuità diafisaria

I sintomi che solitamente sono collegati a questo tipo di frattura sono: presenza di un trauma, dolore al ginocchio, edema e possibile deformità, con limitazione dei movimenti dell’arto interessato.

Diagnostica

Prima di formulare la diagnosi, è necessario che il fisioterapista analizzi il caso ed individui la presenza di altre condizioni che potrebbero condividere con la frattura del piatto tibiale alcuni segni e sintomi. Pertanto, è importante escludere che si tratti di patologie quali: sindrome femoro-rotulea, frattura della rotula, frattura distale del femore, lesione al menisco, lesione al legamento crociato anteriore, frattura della tibia.

Per valutare la frattura, il paziente viene sottoposto ad alcuni esami, fisici e strumentali, come l’RX, che però potrebbe non essere sufficiente per individuare questo tipo di lesione e quindi è necessaria una TC, che permette di ottenere informazioni più dettagliate ma, per visualizzare meglio la frattura ed indagare la presenza di eventuali lesioni dei tessuti molli, si precede con una risonanza magnetica.

Trattamento

A seconda della tipologia di frattura del piatto tibiale, esiste un trattamento specifico: nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico è inevitabile ma, alcune volte, è sufficiente un trattamento di tipo conservativo.

Quest’ultimo caso viene suggerito in presenza di fratture stabili e composte ed ha l’obiettivo di alleviare il dolore e accelerare il processo di guarigione della frattura. Pertanto, si procede con l’immobilizzazione del ginocchio attraverso il gesso o un tutore per un periodo di tempo variabile, al fine di favorire la consolidazione dell’osso. Una volta che l’osso si è consolidato, a seguito di radiografie per controllare lo status della lesione, si deve intraprendere un percorso di fisioterapia in un centro specializzato come DS Cares, dove i professionisti del settore attuano delle mobilizzazioni per il recupero del movimento  e dell’articolarità ed esercizi per incrementare gradualmente il carico sull’arto coinvolto.

Nel caso in cui il paziente si debba sottoporre ad intervento chirurgico, specialmente se si è in presenza di fratture esposte, il percorso di recupero dopo l’operazione deve raggiungere diversi obiettivi come: recuperare il pieno movimento dell’arto compromesso, recuperare la forza muscolare di tutto l’arto inferiore, recuperare la propriocezione e la corretta funzionalità del ginocchio.

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