
La frattura della clavicola è un evento molto frequente che ricopre tutte le fasce d’età, sia soggetti sportivi che non sportivi.
La clavicola è un osso lungo, piuttosto sottile, che collega lo sterno con la scapola. È caratterizzata da una particolare forma ad “S” ed è formata da un corpo centrale e da due estremità: una mediale (più vicina allo sterno) ed una laterale (più vicina alla scapola).
Benché la clavicola sia un osso piccolo, è fondamentale per i movimenti di elevazione del braccio, per tanto in caso di frattura è necessario attuare un programma di fisioterapia con lo scopo di ripristinare il completo movimento della spalla.
Cause della frattura della clavicola
La frattura alla clavicola è un trauma piuttosto frequente negli sport di contatto o dove le cadute sono all’ordine del giorno come ciclismo, sci, motociclismo ma anche in circostanze domestiche attraverso cadute direttamente sulla spalla.
Questo tipo di frattura colpisce anche neonati e bambini a causa dell’ossificazione non ancora completa e della maggior possibilità di caduta. Al contrario, negli adulti la forza richiesta per fratturare la clavicola è superiore per cui le probabilità di subire questo tipo di lesione diminuisce mentre aumenta il rischio di complicanze.
Classificazione delle fratture alla clavicola
Le fratture alla clavicola si classificano prendendo in considerazione diversi parametri quali: la composizione della frattura (composta o scomposta), l’integrità della cute (frattura esposta o non esposta), la zona di frattura (nel corpo centrale, nel terzo mediale o nel terzo distale).
Si ha un frattura alla clavicola composta quando i due monconi ossei fratturati restano allineati mentre è scomposta quando avviene la perdita dell’allineamento tra i due monconi.
I sintomi e diagnosi
Il soggetto affetto da una frattura alla clavicola percepisce dolore nell’area situata nella zona della frattura. È presente, inoltre, gonfiore localizzato nell’area della lesione e, talvolta, quando si cerca di muovere i due monconi ossei si avverte una sensazione di scricchiolio.
Per quanto concerne la diagnosi, si effettua una radiografia oltre che un’indagine strumentale più approfondita per assicurarsi che la lesione non abbia coinvolto nervi e i vasi sanguigni che circondano la clavicola. Il monitoraggio della frattura vedrà sempre l’esecuzione di radiografie che in base alla gravità del trauma verranno eseguite ogni 15/20 giorni dall’evento traumatico.
Trattamento e riabilitazione
Nella fase acuta del trauma è necessario immobilizzare la spalla per evitare ulteriori spostamenti o scomposizioni e per favorire il riconsolidamento osseo. Nel caso in cui ci si trovi davanti ad una frattura esposta è consigliato coprire la ferita con garze sterili o con tessuto pulito. In attesa dei soccorsi una frattura scomposta/esposta non va ridotta per alcun motivo. Eventualmente si può lavare con soluzione fisiologica e medicare la ferita con estrema cura.
Nelle fratture composte l’utilizzo di bendaggi “a 8” permetterà, attraverso una retro posizione delle spalle, una guarigione più veloce garantendo ai due monconi di riavvicinarsi per saldarsi nuovamente. In questa fase bisogna fare attenzione a non andare a comprimere eccessivamente le strutture nervose che passano al di sotto della clavicola causando formicolii e intorpidimenti agli arti superiori.
La riabilitazione per una frattura alla clavicola prevede, in una prima fase, il miglioramento della mobilità articolare, attraverso tecniche di terapia manuale, svolte da fisioterapisti esperti che operano presso centri specializzati come DS Cares.
In una seconda fase, il programma riabilitativo prevede il recupero della forza sia dei muscoli che della cuffia dei rotatori che dei muscoli stabilizzatori della scapola.
Inoltre, è importante per il paziente effettuare, in modo graduale, esercizi che vadano a sollecitare la struttura coinvolta nel gesto sportivo o lavorativo eseguito nella quotidianità.
Tempi di recupero
Normalmente pazienti che hanno subito una frattura alla clavicola si riabilitano nel giro di 3-12 settimane. Per i bambini i tempi sono minori, dalle 3 alle 4 settimane, mentre per adolescenti e adulti sono necessarie più settimane. Come in tutte le fasi di guarigione, i tempi di recupero dipendono dalle abitudini del singolo individuo, come età o peso, che possono variare le tempistiche.