Fratture del cranio e dello zigomo

Le fratture del cranio e dello zigomo vengono considerate tra gli eventi traumatici più gravi per l’essere umano, in quanto si tratta di ossa il cui scopo è proteggere organi molto nobili, in primis l’encefalo.
Parliamo, comunque, di ossa piuttosto robuste e che, quindi, per lesionarsi devono essere soggette ad un trauma particolarmente violento, come nel caso di incidenti stradali, forti traumi sportivi, cadute accidentali o lesioni con oggetti contundenti.
Cranio e zigomo: anatomia e fisiologia
Il cranio è l’insieme delle ossa che formano la testa dello scheletro umano, che è connessa al tronco tramite il collo, quindi comprende sia le ossa entro cui aleggia l’encefalo sia le ossa che formano la faccia. Secondo gli anatomisti, il cranio presenta due regioni principalmente distinte: il neurocranio e lo splancocranio.
Il neurocranio è la parte del cranio che circonda e protegge l’encefalo, composta da elementi ossei che formano la volta cranica: osso occipitale, osso sfenoidale, osso temporale, osso etmoide, osso frontale, osso parietale. Ci sono, poi, due ossa che compongono la base cranica: osso palatino e osso zigomatico.
Lo splancocranio, invece, è la parte del cranio connessa alla porzione iniziale di apparati viscerali quali il respiratorio e il digerente.
Quando nasciamo, tra le singole ossa si posizionano delle aree di tessuto connettivo, le cosiddette fontanelle, le quali si chiudono dopo la nascita. Tra queste ossa vengono a formarsi delle articolazioni prive di movimento, chiamate sinartrosi.
Classificazione delle fratture di cranio e zigomo
Le fratture del cranio e dello zigomo possono essere più o meno gravi, a seconda della violenza dell’evento traumatico a cui sono soggette. Si parte da una piccola frattura ossea composta, fino ad arrivare alla morte immediata e si classificano così:
- Frattura aperta: quando oltre alla lesione ossea è presente anche una lesione cutanea. Nei casi più gravi, la frattura aperta è anche esposta, ovvero quando il margine osseo fratturato fuoriesce dalla cute e il soggetto può incorrere in serie infezioni.
- Frattura chiusa o semplice: quando la lesione è solo ossea e non cutanea. È la tipologia di frattura cranica più frequente, soprattutto nei bambini di età inferiore ai 5 anni.
- Frattura depressa: si verifica quando i margini ossei fratturati convergono verso il centro del cranio.
- Frattura cumminuta: quando gli elementi ossei lesionati sono più di tre
- Frattura incompleta: quando la lesione ossea comprende solo una porzione di osso
- Frattura a legno verde: quando si verificano fratture al cranio in fase di crescita
Sintomi di una frattura al cranio o allo zigomo
La sintomatologia che segue una frattura cranica o dello zigomo comprende sintomi lievi e sintomi più gravi. I caso di sintomi lievi, si tratta di cefalea o emicrania con nausea e/o vomito, offuscamento della vista, problemi di equilibrio, vertigini, cervicalgia, difficoltà a muovere il collo, stato confusionale, perdita dei sensi. Per quanto riguarda i casi più gravi, si presentano sanguinamento, ecchimosi, dolore intenso, tumefazione, arrossamento in prossimità del trauma e calore locale.
Diagnostica
Per valutare i sintomi a seguito di una frattura del cranio o dello zigomo, il medico prescrive al paziente esami radiologici e, quindi, RX, TAC, RMN per misurare l’entità del danno. L’RX mette in evidenza la struttura ossea, la TAC permette di ricostruire la testa in una proiezione tridimensionale e, infine, l’RMN consente di poter valutare non solo il tessuto osseo ma anche i tessuti molli, come l’encefalo nel caso del cranio.
Terapia per frattura al cranio o allo zigomo
Quando da Ds Cares si presenta un paziente con una frattura al cranio o allo zigomo, i fisioterapisti dello studio, dopo un’attenta analisi dell’anamnesi del paziente, elaborano un percorso fisioterapico in base alla gravità della lesione. Se si tratta di lesioni semplici che non hanno avuto alcun impatto sul sistema nervoso centrale, la fisioterapia è di tipo ortopedico, col l’obiettivo di far recuperare al paziente i movimenti del volto e del collo, attraverso terapie manuali ed esercizi mirati, in alcuni casi accostati a strumenti di terapia fisica.
Nel caso in cui la lesione ha intaccato il sistema nervoso centrale, è necessario che i pazienti si sottopongano ad un intervento chirurgico, seguito da un lungo periodo di degenza in ospedale, sotto la costante vigilanza da parte del medico, degli infermieri e del fisioterapista, in quanto, oltre al recupero ortopedico, avrò bisogno di recuperare tutte le funzioni controllate dal sistema nervoso centrale, dalla capacità di poter parlare a quella di poter camminare.