Il dito a scatto: cos’è e quali sono le terapie consigliate

Il dito a scatto, detto anche tenosinovite stenosante, è un disturbo in cui una delle dita delle mani rimane in posizione piegata, per poi raddrizzarsi con un brusco scatto. Si tratta di una patologia che colpisce più comunemente la mano dominante e nella maggior parte dei casi riguarda il pollice, il medio o l’anulare.
I sintomi del dito a scatto
I sintomi del dito a scatto possono essere lievi oppure più gravi e comprendono: gonfiore e rigidità del dito, sensazione di scatto quando si compie il movimento di flessione-estensione, dolore localizzato sul palmo della mano. Nei casi più avanzati è ben visibile la presenza di un nodulo in prossimità dell’ispessimento della puleggia del tendine. Il dolore è presente non solo al movimento ma anche alla palpazione, e in condizioni acute il paziente avverte sintomatologia algica anche con il dito a riposo.
Le cause del dito a scatto
La causa principale da cui risale la patologia del dito a scatto si riscontra nel restringimento della guaina che circonda il tendine del dito colpito. Tale restringimento è dovuto a diversi fattori ripetuti microtraumi subiti nel tempo. Anche professioni in cui si eseguono lavori manuali per molte ore al giorno possono condurre al dito a scatto, come il manovale, l’elettricista, il cuoco, il massaggiatore, ma anche chi lavora molte ore al pc.
Diagnostica
Per diagnosticare il disturbo del dito a scatto il medico può basarsi unicamente sull’anamnesi del paziente e sull’esame obietto. L’esame fisico permette al medico di identificare le zone in cui si accusa più dolore e verificare la corretta funzionalità del movimento chiedendo al paziente di aprire e chiudere la mano. Attraverso la palpazione della mano si può rilevare la presenza di eventuali noduli sottocutanei, spesso dolenti.
Fisioterapia per il dito a scatto
L’obiettivo della terapia è la riduzione o scomparsa del dolore e dell’ispessimento dei tendini della mano. Il ciclo fisioterapico per il dito a scatto prevede l’integrazione di tecniche di terapia manuale, mezzi fisici ad alta tecnologia, esercizi specifici e ortesi. Tutte queste tecniche fanno parte del pacchetto di servizi dello studio fisioterapico DS Cares.
Le tecniche di terapia manuale comprendono le mobilizzazioni in trazione, il massaggio e il trattamento di trigger point. Ognuna di esse ha lo scopo di ridurre la tensione e la rigidità dei tessuti, riportando la mano al pieno delle sue funzioni.
I mezzi fisici ad alta tecnologia hanno, invece, lo scopo di ridurre il dolore attraverso la stimolazione biologica del tessuto. I macchinari utilizzati sono: la tecarterapia che utilizza onde elettromagnetiche ad alta frequenza generando stimoli di tipo chimico, termico e meccanico; gli ultrasuoni che stimolano i tessuti mediante l’utilizzo di onde acustiche localizzate in punti specifici; infine, il laser ad alta potenza stimola il tessuto stimolando processi di guarigione.
Normalmente per questo tipo di condizione si prescrivono cicli da dieci sedute a cadenza bisettimanale, in alcuni casi i fisioterapisti consigliano al paziente di effettuare tre sedute a settimana per le prime due settimane e poi procedere con una frequenza bisettimanale.