La propriocezione: cosa ne pensa il fisioterapista

In questo nostro terzo incontro, abbiamo deciso di affrontare assieme al Dott. Daniele Carnicella e al Dott. Simone Corona il tema della propriocezione, ovvero la percezione di noi stessi. Nella medicina e nella riabilitazione di oggi, sta assumendo sempre più importanza il lavoro sull’equilibrio con l’integrazione del movimento in uno schema armonico del corpo. D. Dott. Carnicella.
Nelle prime fasi di un percorso riabilitativo, cosa è buona prassi fare?
Sicuramente coscientizzare il paziente sul proprio atteggiamento posturale e su come il corpo esprime il movimento, al fine di avviare un’elaborazione fine del nuovo schema motorio che si vuole insegnare. L’obiettivo è creare una nuova immagine di se a livello corticale, quindi direttamente nel sistema nervoso centrale, per migliorare in modo permanente lo schema di movimento del paziente.
Tutto questo, Dott. Corona, sembra molto complicato e difficile da eseguire. E’ così?
Assolutamente no! Per la maggior parte degli esercizi è l’attenzione e la precisione dei movimenti che fa la differenza, poi c’è la potenza innata del corpo umano che fa il resto. Naturalmente gli esercizi devono essere ben tarati sul paziente e sul motivo specifico per cui ha cominciato la terapia. Tutto questo lavoro sfrutta la propriocezione, ovvero la percezione di noi stessi. Questo è a tutti gli effetti, uno dei nostri sensi principali che ci permette di essere consapevoli della posizione del corpo.
Quali sono Dott. Carnicella, nello specifico, i recettori che sfruttiamo per la propriocezione?
Possiamo citare l’organo tendineo del golgi ed i fusi neuromuscolari. Il primo è presente nella giunzione tra muscolo e tendine e percepisce la tensione esercitata, i fusi sono all’interno del muscolo stesso, paralleli alle sue fibre e misurano la variazione di lunghezza. Naturalmente le informazioni necessarie alla percezione del corpo sono molte, infatti a livello dell’encefalo, del talamo e del cervelletto viene elaborata una mole di dati molto alta, successivamente vengono filtrati e la risultante è un movimento che sia il più armonico ed efficace possibile. Proprio questo sistema di percezione, elaborazione e filtro che viene eseguito nel sistema nervoso, è quello che deve essere potenziato per migliorare la qualità del movimento.
Negli ultimi anni, Dott. Corona, sono stati condotti molti studi che hanno evidenziato l’importanza della propriocezione nel postoperatorio dopo periodi di allettamento o immobilità, tali da cambiare la maggior parte dei protocolli riabilitativi. Ci può spiegare meglio?
Importanza della propriocezione nel postoperatorio dopo periodi di allettamento o immobilità
E’ esatto. Per un’operazione ad esempio, di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore del ginocchio, si stava in posizione di riposo e di scarico per circa 10/15 giorni, si concedeva il cammino con bastoni canadesi ma senza appoggio del piede e si eseguivano semplici esercizi di mobilità passiva. Oggi dal secondo o terzo giorno postoperatorio (tempo necessario per levare i drenaggi) si cominciano esercizi di mobilità passiva, esercizi di propriocezione e stabilità, esercizi in carico parziale con pedane propriocettive e cammino a carico completo con bastoni canadesi se tollerato.
l movimento ha assunto dunque un ruolo da protagonista nell’immediato postoperatorio?
Sì. Nell’ultimo periodo si è capita l’importanza sulla qualità del movimento e non la quantità eseguita, con conseguente riduzione dei tempi riabilitativi post operatori e una diminuzione dei vizi di marcia o di movimento conseguenti l’intervento. Naturalmente potenziare la propriocezione è utile anche per prevenire infortuni, un opportuno allenamento con professionisti qualificati, può aiutare a migliorare il movimento ed evitare microtraumi che nel corso del tempo portano a infiammazioni o dolori di varia natura.
Possiamo sintetizzare l’obiettivo del vostro centro di fisioterapia e riabilitazione Ds Cares?
Operare seguendo le nuove linee guida, aggiornandoci in continuazione sull’evoluzione dei protocolli riabilitativi. Per quanto riguarda la prevenzione, ci impegnavo ad educare i nostri pazienti ad una corretta gestione del corpo, secondaria ad un addestramento che permetta di capire come eseguire semplici esercizi in modo corretto, al fine di mantenere il risultato ottenuto durante le terapie. Proprio per questo ci teniamo ad offrire ai nostri pazienti, una valutazione posturale e funzionale gratuita, perché crediamo che con pochi utili consigli, si possa ottenere molto.
Ringraziamo il Dott. Carnicella ed il Dott. Corona per il tempo dedicatoci.