
Il linfedema è un accumulo di proteine e liquidi nel tessuto cutaneo. Si verifica quando il sistema linfatico gestito dai linfonodi non lavora più come dovrebbe e porta a un ristagno patologico di liquidi negli arti superiori o inferiori, causandone il rigonfiamento. Possiamo prevenirne l’insorgenza o migliorare la condizione del paziente con qualche accortezza e attività di fisioterapia.
Cause e insorgenza del linfedema
Il sistema linfatico è costituito da una serie di vasi e capillari che servono a drenare la linfa e favorirne la circolazione. Possiamo immaginarlo come un sistema idraulico: quando si ingorga, a causa del linfedema, il liquido inizia ad accumularsi nel punto in cui c’è il ristagno e resta nei tessuti, portando appunto i gonfiori e gli edemi.
Questa patologia colpisce raramente per cause congenite, e più frequentemente come conseguenza di un intervento chirurgico o radioterapico di alcuni tipi di tumore come ad esempio quello al seno o ginecologico/urologico. Questo tipo di interventi causano un’alterazione e spesso un’asportazione di uno o più gruppi di linfonodi. Il linfedema ha un’incidenza nel 10-20% dei casi di operazione al tumore al seno in cui ci sia stata un’asportazione totale dei linfonodi ascellari.
La patologia può anche apparire a distanza di anni dall’intervento subito, ma la percentuale di insorgenza è in calo grazie a tecniche operatorie sempre meno invasive. Una di queste permette di scoprire, grazie all’iniezione di un liquido leggermente radioattivo, quale linfonodo è il più vicino alla zona del tumore e di verificare se è sano o malato. Con questo metodo si può evitare di asportare a priori i linfonodi ascellari o attenersi in alcuni casi al solo linfonodo malato.
Sintomi del linfedema
Il linfedema spesso si presenta come un rigonfiamento degli arti superiori o inferiori su vari livelli. Colpisce un solo arto alla volta e, anche se non causa dolore, dà delle problematiche al paziente che ne avverte la pesantezza e a lungo andare ha difficoltà nei movimenti. Il problema più pressante per la maggior parte dei pazienti è comunque a livello estetico.
Può presentarsi inizialmente con una leggera variazione del colore della pelle, prurito all’arto, ispessimento cutaneo e una sensazione di pesantezza.
È possibile prevenirlo?
Ci sono accortezze che devono essere intraprese successivamente a un intervento. Il linfedema non colpisce tutti i soggetti operati al seno e ai linfonodi, ma le attività di prevenzione aiutano comunque a evitare il problema prima che possa presentarsi. È bene quindi evitare prelievi di sangue e misurazioni della pressione nell’arto che non ha più i linfonodi, non indossare vestiti troppo stretti e che possano causare ristagni.
L’attività fisica moderata come la ginnastica dolce, alcuni tipi di yoga, pilates e nuoto, possono aiutare i muscoli a restare attivi e ad agevolare le contrazioni che favoriscono la circolazione dei liquidi.
La fisioterapia per il linfedema
Per impedire che questa condizione si trasformi in un problema irreversibile e invalidante, è importante intervenire con la fisioterapia per il linfedema in grado di placare i fastidi e favorire il drenaggio dei liquidi. Attraverso il linfodrenaggio manuale e tecniche manuali di fisioterapia, possiamo migliorare anche un linfedema già presente riattivando manualmente il drenaggio dei liquidi.
Non esiste una cura definitiva a questo problema, ma il sistema linfatico può essere incentivato attraverso una serie di attività che lo fanno funzionare “meccanicamente”: tutori elastici come bende e calze aiutano contro il ristagno, la pressoterapia invece favorisce il diminuire del gonfiore.
Se queste attività non sono sufficienti e il linfedema non migliora, è possibile ridurre il volume dell’
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arto attraverso un intervento chirurgico e, quando la situazione lo permette, utilizzare il trapianto di linfonodi da una zona del corpo a quella colpita da linfedema per ristabilire l’equilibrio.