Sindrome di De Quervain

La Sindrome di De Quervain, o “sindrome della lavandaia”, è un’infiammazione che colpisce il pollice e il polso, causando dolore, gonfiore e impotenza funzionale. La sua insorgenza può essere causata da movimenti ripetuti, da traumi e carichi eccessivi. Il trattamento consiste nel portare un tutore e fare fisioterapia o, in casi più gravi, nell’intervento chirurgico mini-invasivo.

Sindrome di De Quervain

Maggio 14, 2021 0
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Un dolore che interessa il polso e il pollice con difficoltà nei movimenti: potreste trovarvi di fronte alla Sindrome di De Quervain. La sindrome, chiamata tecnicamente tenosinovite, consiste in un’infiammazione dei tendini del polso. Sebbene talvolta la risoluzione della patologia sia spontanea, non mancano i casi in cui sia necessario intervenire chirurgicamente per porvi rimedio, così come non mancano i casi in cui la sindrome si cronicizzi.

In questo articolo potrai trovare importanti informazioni tecniche sulla Sindrome di De Quervain, indicazioni utili per identificarne i sintomi al fine di sottoporsi alle opportune visite specialistiche e curarla nel migliore dei modi.

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Che cos’è la Sindrome di De Quervain?

La sindrome di De Quervain prende il nome dal chirurgo svizzero Fritz De Quervain, il quale la scoprì per primo nel 1895. È una patologia infiammatoria che interessa due dei tendini responsabili del movimento in estensione e abduzione del pollice e la loro guaina tendinea.

Questa infiammazione è chiamata tecnicamente tenosinovite, ed i tendini coinvolti sono l’abduttore lungo e l’estensore breve del pollice, i quali si trovano nel primo compartimento dorsale del polso. I tendini, che provengono dall’avambraccio, arrivati al polso passano all’interno di una guaina che sta alla base del pollice. Essa si può inspessire, causando un restringimento del canale attraverso cui passano i tendini e il loro intrappolamento. Durante il movimento viene a crearsi un attrito tra i tendini e la guaina stessa, provocando i sintomi tipici della sindrome.

Nei casi più gravi della patologia, la guaina più arrivare ad inspessirsi di circa quattro volte rispetto il normale.

Tendenzialmente la sindrome viene identificata come “infiammatoria”, tuttavia gli esami approfonditi rivelano spesso una degenerazione dei tessuti piuttosto che la presenza di cellule infiammatorie. L’infiammazione sarebbe dunque presente solo nelle fasi iniziali dell’insorgenza della patologia. Per questo motivo sarebbe più opportuno parlare di tendinosi che di tendinite, come spesso erroneamente la Sindrome di De Quervain viene definita.

Quali sono le cause e i sintomi?

Una delle cause principali della sindrome di De Quervain consiste nell’uso eccessivo della mano e del polso. Non a caso, è una patologia che insorge maggiormente in persone che svolgono lavori manuali caratterizzati da movimenti violenti, ripetitivi e cosiddetti “di pinza” come macellai, sarti, giardinieri, parrucchieri, operai. Tendenzialmente colpisce anche chi svolge in generale sport e attività che implicano uno sforzo consistente della mano. È comune, infatti, riscontrarla in musicisti (specie di chitarra e pianoforte), sportivi che giocano a tennis, golf, scii, bowling, pallavolo, canottaggio, proprio a causa degli specifici e ripetuti movimenti e sforzi della mano che tali attività richiedono.

La patologia è anche comune nelle persone addette ai videoterminali o che usano molto il mouse o la tastiera del computer e del cellulare, e nelle mamme che quotidianamente sollevano i propri piccoli, specie nell’ultimo periodo dell’allattamento, quando iniziano a diventare più pesanti. Proprio per questo motivo la sindrome è chiamata oggi anche “malattia delle mamme”. Ancor prima la patologia era detta “malattia delle lavandaie” proprio perché colpiva tipicamente le donne che un tempo lavavano i panni a mano.

La patologia tende a colpire con più probabilità le seguenti categorie di persone:

  • Le donne, rispetto agli uomini, specie se in gravidanza, allattamento o coinvolte nella cura dei neonati;
  • Persone con età superiore ai 60 anni;
  • Coloro i quali svolgono attività ripetitive che prevedono la flessione e l’estensione del pollice;
  • Persone che hanno una predisposizione individuale all’infiammazione dei tendini.

Altre Cause

Altre cause dell’insorgenza della malattia possono essere traumi, sovraccarichi funzionali improvvisi o le malattie reumatiche come l’artrite reumatoide.

Il sintomo principale avvertito dal paziente è un dolore intenso, che talvolta insorge gradualmente, al margine del polso e lungo il dorso del pollice, soprattutto quando si cerca di muoverli. In taluni casi il dolore si può diffondere verso l’avambraccio se la sindrome viene trascurata.

Altri sintomi che si possono riscontrare sono:

  • Limitazione delle attività quotidiane che richiedono l’utilizzo del pollice (movimenti di torsione, sollevamento o afferramento);
  • Gonfiore sul primo compartimento dorsale;
  • Indolenzimento, bruciore, crampi e crepitii;
  • Tumefazione lungo il decorso dei tendini, estremamente dolente alla pressione;
  • Formicolio al dorso del pollice provocato dall’irritazione di un piccolo ramo nervoso che decorre sopra la guaina ispessita;
  • Traumi antecedenti, come ad esempio l’essere caduti sulla propria mano.

Come può essere diagnosticata la Sindrome di De Quervain?

La diagnosi della sindrome di De Quervain è essenzialmente clinica. Il primo step consiste nell’anamnesi del paziente, al fine di escludere condizioni che possono presentarsi con sintomi molto simili, come la sindrome del tunnel carpale o la frattura dello scafoide. Successivamente si procede con dei test diagnostici specifici. Tra questi, il più utilizzato è sicuramente il test di Finkelstein, elaborato intorno al 1930.

Il test di Finkelstein ha lo scopo di registrare il grado di dolore avvertito dal paziente e si esegue facendo stringere il pollice all’interno delle altre dita, chiuse a pugno, e contemporaneamente si chiede al paziente di flettere il polso nella direzione del mignolo. Nel soggetto affetto dalla sindrome di De Quervain i movimenti del pollice sono difficoltosi a causa del dolore intenso, che risulta acuito quando si inclina il polso.

Anche se nella maggior parte dei casi gli esami strumentali non sono necessari ai fini di diagnosi, in taluni casi può essere necessario ricorrervi. Attraverso la radiografia o rx si può approfondire il quadro clinico del paziente al fine escludere alcune patologie ossee o artrosi che possono cause dolore radiale al polso, mentre attraverso l’ecografia e la risonanza magnetica si possono osservare e valutare meglio i tessuti molli, a scopo di conferma della diagnosi.

In cosa consiste il trattamento?

Nella fase iniziale e meno grave il trattamento della sindrome è fondamentalmente di tipo conservativo, ossia ha lo scopo di eliminare il dolore e di ridurre l’infiammazione e lo sfregamento dei tendini contro il retinacolo. In questa fase può essere prescritto un tutore da indossare al fine di immobilizzare il pollice e il polso e ridurre quei movimenti che causano dolore e intensificano l’’infiammazione. I tutori migliori sono quelli che limitano il movimento del pollice garantendo la possibilità di muovere liberamente le altre dita della mano.

Può essere utilizzato del ghiaccio, al fine di alleviare dolore e gonfiore, e possono essere utilizzati, se prescritti dal medico, dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

La fisioterapia, avvalendosi di esercizi specifici e mirati, può essere fondamentale in questa fase per ridurre il dolore e recuperare il regolare funzionamento del polso e della mano, prevenendo ricadute e recidive.

In questa fase ancora non troppo acuta della patologia, risultano efficaci anche i trattamenti strumentali come laser e tecarterapia. Le terapie strumentali di DS Cares utilizzano il calore, la luce, l’elettricità, le onde elettromagnetiche, gli ultrasuoni per migliorare e curare le affezioni dell’apparato muscolo-scheletrico, aiutando il lavoro del fisioterapista lì dove le terapie manuali non bastano.

In una fase più acuta e in casi più gravi, invece, può essere necessario il trattamento chirurgico mini-invasivo. L’operazione consiste nell’aprire la guaina al fine di favorire il corretto scorrimento dei tendini. Nella fase post-intervento è fondamentale per recuperare la piena funzionalità del polso e del pollice, intraprendere un percorso fisioterapico.

È bene precisare che i trattamenti da seguire possono variare da paziente a paziente in virtù di numerosi fattori. Per questo motivo ti consigliamo sempre di rivolgerti a professionisti competenti, richiedendo una consulenza al fine di individuare un percorso su misura per te.

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