
Cos’è la vulvodinia
La vulvodinia è un dolore cronico che si manifesta nella vulva, ovvero nel complesso genitale femminile: può interessare ingresso della vagina, uretra, piccole e grandi labbra, clitoride.
Può colpire donne di tutte le età, dall’adolescenza alla menopausa, e si presenta in modalità e intensità anche molto diverse in base alla singola persona.
Il dolore vulvare può essere continuo o intermittente, o può attivarsi solo in alcune circostanze, come correre o sedersi. Può essere associato a dolore durante la penetrazione, con conseguente contrattura reattiva dei muscoli pelvici e irritazione della mucosa vaginale (vaginismo), e/o estendersi verso la zona dell’ano, dell’interno coscia, e del clitoride (clitoralgia).
Cause
La vulvodinia, contrariamente ad altre patologie che comportano dolore pelvico cronico come la cistite interstiziale, la fibromialgia, le infezioni genitali e alcune condizioni oncologiche, post chirurgiche o neurologiche, non ha una causa sicura e riconosciuta. Perché il ginecologo possa fare una diagnosi di vulvodinia è necessario quindi escludere eventuali altre patologie che comportino dolore pelvico, con esami e ricerche mirate.
La componente psicosomatica (che comunque, ricordiamo, non vuol dire immaginaria) può essere presente ma raramente è una causa, tranne in casi di abuso. Di solito è piuttosto una conseguenza del dolore e delle molteplici implicazioni che esso ha sulla percezione di sé e sulla relazione con l’altro.
Anche i sintomi si presentano con una grande variabilità individuale, ci sono donne che hanno accumulato diversi fastidi nel tempo e altre cui sono arrivati improvvisamente; alcune che avvertono una ipersensibilità dolorosa costante, indipendente dalla circostanza, e altre che hanno bruciore solo durante i rapporti; chi ha iniziato a sentire dolore dopo la menopausa, chi dopo il parto, e chi ha solo episodi isolati.
Cosa si può fare
Prima ancora di iniziare un percorso di cura della vulvodinia può essere utile attuare alcune buone pratiche quotidiane: non indossare indumenti stretti o che sfregano la pelle; utilizzare un olio detergente anziché un sapone per l’igiene intima (anche nella doccia!); utilizzare solo biancheria di cotone; in caso di rapporti o masturbazione adoperare un lubrificante; evitare o ridurre gli sport che irritano la zona genitale come l’equitazione, lo spinning, la bicicletta o, in caso, utilizzare appositi pantaloni con imbottitura per ridurre al massimo urti e calore.
Ricordarsi sempre che il dolore evoca altro dolore, quindi se possibile occorre evitare le situazioni in cui questo viene scatenato o aumentato, almeno finché non si padroneggia la gestione della componente dolorosa.
Come si svolgono le sedute di riabilitazione?
Come si è detto, ogni situazione è a sé stante e il percorso di cura si decide insieme al riabilitatore in base alla propria storia clinica. Normalmente durante la prima seduta si parla e si fa una visita senza contatto per individuare il tipo di dolore e il suo decorso, si apprendono tecniche respiratorie e posturali per gestirlo e si fa un piano di trattamento. Durante le sedute successive si fanno visite con contatto progressivo (sempre senza dolore) e si eseguono gli esercizi che verranno poi ripetuti a casa.
Talvolta sono sufficienti poche sedute per interrompere il circuito doloroso, altre volte serve molto tempo per ottenere dei risultati soddisfacenti, ma sicuramente è sempre possibile imparare a gestire la situazione al meglio, e tornare ad avere il controllo del proprio corpo.
Altri suggerimenti:
Poiché come detto si tratta di un disturbo molto invalidante rispetto al benessere fisico e psicologico della donna, può essere utile -ma non obbligatorio- associare alla fisioterapia anche una psicoterapia con terapeuta specializzato (psicosessuologo).
Esistono inoltre dei gruppi online per chi soffre di dolore cronico, il cui valore non è naturalmente diagnostico ma piuttosto di supporto.